Il sistema ECM è stato istituito con delle linee guida apposite dal Ministero della Salute, e gli infermieri devono acquisire un minimo di 150 crediti ECM in tre anni, ossia 50 ogni anno. Lo scopo è quello di fornire una formazione costante, sia in presenza che online, rilasciando alla fine dei corsi un attestato di partecipazione, valido come documento da mostrare alle autorità competenti. In tal modo, si garantisce un servizio di qualità da parte degli operatori sanitari, che devono quindi preservare le tracce della loro formazione annuale, altrimenti incorrono in sanzioni. Ma quali sono le sanzioni per chi non rispetta tale obbligo?
Aggiornamenti per crediti ECM: gli infermieri hanno l’obbligo
Nel caso in cui si fosse in ritardo con i crediti ECM suggeriamo la formazione a distanza e a tal proposito segnaliamo che su siti come ebookecm.it, uno dei più noti in materia, sono presenti svariati corsi ecm per l’infermieristica che in seguito al superamento dei relativi test consentono di aggiornarsi in tempi più brevi. In tre anni, va mantenuto lo standard minimale che corrisponde a 150 crediti ECM.
Questo perché bisogna in qualche modo assicurare ai pazienti una buona assistenza sanitaria, soprattutto adeguata, e per far ciò è necessario che il personale ampli costantemente le proprie conoscenze. Il triennio serve proprio a garantire qualità, e ogni anno va affrontata una formazione tale da potersi migliorare con aggiornamenti, e risulta essere un obbligo, altrimenti si viene sanzionati. D’altronde, gli infermieri e i dottori devono risultare disponibili e prendersi cura dei pazienti, in quanto anche solo dal punto di vista della presenza, c’è un drastico calo di medici in Italia.
Le sanzioni per gli infermieri: cosa accade quando non si rispetta il quantitativo di crediti ECM
Il più delle volte può capitare di trovarsi di fronte una situazione nella quale un paziente è insoddisfatto del servizio sanitario, magari anche individuale, e allora decide di portare avanti delle ricerche su di un medico o un infermiere. Quando avviene ciò, si effettuano dei controlli sul personale, e se si scopre che l’infermiere non ha raggiunto il quantitativo di crediti ECM richiesti nel triennio, incorre in sanzioni per non aver rispettato la legge. Infatti, chi è un dipendente o chi lavora da titolare nel privato, se non può dimostrare di aver rispettato l’obbligo annuale, mette a rischio sé stesso e l’azienda.
Inoltre, siccome vengono rilasciate delle certificazioni per la qualità, emanate dagli Istituti nazionali, questi ultimi possono mettere a verbale quando in una struttura sanitaria non c’è conformità, decidendo di non rinnovare la certificazione. Ciò equivarrebbe a una “carta d’identità” assolutamente negativa agli occhi dei pazienti, che deciderebbero quindi di evitare l’assistenza della struttura in questione. Ma possono esserci anche altri casi, legati ad esempio a delle cause risarcitorie in atto: quando un professionista sbaglia arrecando un danno al paziente, viene portata avanti una causa in tribunale. Ovviamente, qualora il giudice venga informato dell’inadempienza dell’infermiere verso i crediti ECM, quest’ultimo verrebbe accusato in quanto colpevole di aver operato in maniera illecita.
Se un professionista non risulta aggiornato, gli avvocati durante una causa penale non possono far altro che accertarsene indagando. Inoltre, quando si parla di illecito disciplinare, l’Ordine sanitario si muove per sanzionare l’infermiere in questione, valutando anche se è il caso di ritirare la qualifica del soggetto. Ultimo aspetto da segnalare, riguarda i premi assicurativi, dato che le società Assicuratrici controllano annualmente la formazione ECM degli infermieri, e se essi non sono in regola, le società non rinnovano i premi annuali. Ciò vale anche qualora l’infermiere arrechi danno ad un paziente o a una struttura sanitaria e deve pagare un corrispettivo in denaro: la società Assicuratrice non interviene coprendo il danno, se l’infermiere non ha rispettato l’aggiornamento.