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La prevenzione degli infarti e, più in generale, delle malattie cardiovascolari si basa sull’identificazione dei fattori di rischio. Con questa espressione si fa riferimento a un insieme di condizioni, esogene o endogene, che sono in grado di causare un infarto del miocardio. Tali condizioni cliniche determinano un significativo incremento della possibilità che le arterie del corpo sviluppino un processo aterosclerotico. Il fumo e la familiarità sono due dei tanti fattori di rischio degli infarti, ma in questa rassegna vanno menzionati anche la depressione, lo stress, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione arteriosa, la vita sedentaria, l’obesità e il diabete mellito.
I fattori di rischio modificabili
Ovviamente la familiarità è un fattore di rischio non modificabile, e lo stesso si può dire, almeno in parte, per gli stati depressivi. Per il resto, però, tutti gli altri fattori di rischio possono essere controllati, ed è sufficiente correggere il proprio stile di vita per intervenire su di essi. Ciascun fattore di rischio accresce la possibilità di avere un problema cardiovascolare e di subire un infarto. La situazione risulta più grave qualora vari fattori di rischio siano associati tra loro. Per esempio, una persona diabetica che ha un peso forma ideale e non fuma rischia molto di meno in confronto a una persona diabetica che fuma ed è in sovrappeso.
Come si svolge la prevenzione
Le strategie di prevenzione cardiovascolare possono riguardare la prevenzione individuale e la prevenzione sulla popolazione. La prima prevede un approccio incentrato sul singolo individuo, e consiste nel tentare di rimuovere o comunque diminuire i fattori di rischio. La seconda, invece, si basa su una strategia di sensibilizzazione per uno stile di vita equilibrato che contempli un regime alimentare sano: non si rivolge a una persona in particolare ma a tutti i soggetti che sono più esposti al rischio di malattie cardiache. Le campagne di sensibilizzazione possono focalizzarsi, per esempio, sull’invito a essere meno sedentari o a consumare meno sale.
Un infarto si può prevenire?
La prevenzione della fibrillazione atriale, dell’insufficienza cardiaca e della malattia vascolare aterosclerotica passa attraverso uno stile di vita sano. Per gli adulti tra i 40 e i 75 anni di età è necessario sottoporsi a una valutazione del rischio a dieci anni. La dieta dovrebbe prevedere il consumo di pesce, di proteine magre (sia vegetali che animali), di cereali integrali, di noci, di frutta e di ortaggi. Dovrebbe essere limitata il più possibile l’assunzione di bevande zuccherate, di carboidrati raffinati e di grassi trans.
Attenzione alle proprie condizioni di salute
In qualsiasi caso è doveroso prestare la necessaria attenzione alle proprie condizioni di salute: per ottenere le indicazioni di cui si ha bisogno è meglio fare riferimento a un cardiologo, che potrebbe anche prescrivere una terapia farmacologica appropriata. Chi usa il tabacco deve essere invitato a smettere, mentre le persone che soffrono di diabete mellito di tipo 2 devono dedicarsi all’attività fisica e badare alle proprie abitudini alimentari. Ogni settimana si dovrebbero svolgere 150 minuti di attività fisica moderata o 75 minuti di attività fisica più intensa. La restrizione calorica è indispensabile per i soggetti obesi o in sovrappeso, in quanto permette di perdere peso.
Che cos’è un infarto e come si fa a riconoscerlo
Si parla di infarto nel momento in cui una parte del cuore si arresta, e non riesce a funzionare come dovrebbe, perché riceve meno ossigeno e meno sangue. Si verifica, così, la morte di una parte del cuore, perché un’arteria coronaria o un suo ramo si restringono o subiscono un’ostruzione. Di conseguenza, diventa insufficiente l’afflusso di sangue al cuore. Il sintomo tipico di un infarto è rappresentato da un dolore costrittivo e oppressivo in mezzo al torace che non si riduce nemmeno stando a riposo. Nel caso in cui si avverta un sintomo simile, è indispensabile richiedere subito un intervento medico. L’infarto è più propriamente detto infarto acuto del miocardio, ma può essere indicato anche come attacco cardiaco.